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Francesca Bruni

“Sperimento sempre per raggiungere la conoscenza e rappresento  la realtà non come la vedo ma come me la immagino”

Bruni Francesca, nata a Erba (CO) nel 1970 vive e lavora a Milano.
Dopo aver conseguito la maturità artistica si diploma in Pittura all’Accademia di Belle Arti di Brera a Milano
É stata allieva di Pietro Plescan e  Luigi Fersini , Luigi Lomanto e  Fosco Bertani.
Dal 1994 ad oggi svolge la sua attività  di pittura murale, per privati e  società.
Nel 1997 entra a far parte  del gruppo Artemisia .
Nel 2012-13 scrive una rubrica mensile in una rivista di arredamento DE-AR sulle tecniche pittoriche.
Dal 1999 ad oggi insegna pittura ad olio, disegno, in due associazioni private,  Laboratorio Artistico e L.E.S ufficio Tempo Libero in Milano.

Testi Critici

Le opere che l’autrice esegue nel presente sono gli ultimi prodotti di un itinerario espressivo che ha percorso tappe diverse, legate tra loro da una ricerca coerente: i lavori più recenti possono infatti stendersi su particolari supporti, costituiti da pellicole plastiche trasparenti e soprattutto da plexiglass; su questo insolito materiale, dalle interessanti implicazioni espressive, l’artista lavora, creando le sue immagini, che rappresentano essenzialmente figure e ritratti. 

Il risultato pittorico è ottenuto con il colore, che viene steso con un tratto dall’andamento quasi grafico: le immagini appaiono infatti evocate con sobri e sintetici tratti, che delimitano pause di vuoto lasciate alla trasparenza vitrea del plexiglass.
Occorre poi ricordare che questi particolari dipinti devono essere osservati appesi su una parete, ma da questa staccati con spessori intenzionalmente predisposti, in modo che il percorso tracciato dal colore produca un’ombra oltre il supporto trasparente, creando un secondo risultato visivo dagli effetti evanescenti e immateriali.
Questa originale modalità espressiva, che prevede uno studio attento del lavoro pittorico ma anche delle sue conseguenze al di là dello spazio compositivo tradizionale, lascia con evidenza emergere gli interessi principali della Bruni, che da sempre cura soprattutto la resa della luce con la sua opposta e complementare controfaccia costituita dall’ombra; l’opera di questa artista nasce quindi dalla rivisitazione moderna e originale del chiaroscuro, uno degli ingredienti fondamentali della nostra arte, qui proposto in termini moderni e lontani dalla consuetudine storica.
La ricerca della pittrice si articola in soggetti ripetuti, rivisitati, continuamente approfonditi e derivati dal soggetto della figura, come il nudo, il ritratto e anche l’autoritratto, con qualche rara concessione al paesaggio; la Bruni pratica poi, come le sue compagne del Gruppo Artemisia, la “copia” del modello vivente, che nei lavori di alcuni anni fa, si sviluppava in monocromi o in opere dalla tavolozza limitata a poche tinte, dominate da una linea elegante ma insieme plastica, capace di determinare una volumetria presente anche nelle opere che venivano costruite sulla svariata gamma dei colori pieni dell’olio.
Un passaggio importante nel percorso dell’artista è costituito poi da alcuni dipinti caratterizzati dal fondo blu o nero oppure da supporti ricavati da tavole di legno o ancora da carte particolari; in essi, oltre la pellicola pittorica, stesa con ricercata sintesi in una sottile e attenta velatura cromatica, emergono e divengono protagoniste il buio degli sfondi, la traccia fitomorfica della struttura organica e la consistenza materica e artigianale del foglio, nella definizione di chiaroscuri intensi, composti da luci coinvolgenti e da oscurità insistite.
Alcune opere accentuano poi questa dialettica compositiva attraverso il motivo della finestra, diaframma che lascia filtrare chiarori necessari al racconto visivo, che si spandono nel buio di interni fantastici, secondo uno schema che appartiene alla tradizione della storia dell’arte occidentale, da Piero della Francesca ai Fiamminghi.
E’ questa la radice delle opere attuali, che vivono di accurate trasparenze e di ombre ricercate e soffuse; le immagini arrivano a identificarsi con una trama luminosa, nella quale il colore assume un segno ridotto al minimo, trasformandosi in traccia dall’andamento grafico che lascia spazio al vuoto, nel plexiglass attraversato dalla luce.
L’effetto finale diventa quindi quello di un non-finito moderno, nel quale lo sguardo dello spettatore si inoltra alla ricerca di immagini che mostrano una forte trasfigurazione mentale e una emozionata interpretazione interiore, nelle quali il rapporto con il modello evolve in ricordo sedimentato e allontanato nella memoria.
Con questo particolare linguaggio visivo, nel quale emergono le ombre e le luci della coscienza, Francesca Bruni racconta gli itinerari della sua originale riflessione creativa.”

Francesca Pensa

” Francesca Bruni si concentra di preferenza sugli spigoli, i dossi, le tensioni e i grumi plastici che il corpo forma, affidandosi soprattutto al potere sintetico della linea: di un tratto veloce, inciso e chiaroscurato che a volte rinuncia anche alla preziosità del colore, ma si appaga del disegno, del pastello monocromo, anche di notevoli dimensioni.
A proposito del suo lavoro Stefano Fugazza ha parlato, molto propriamente, di espressionismo, inteso non certo come citazione letterale ma piuttosto rivisitazione di forme e modi niente affatto naturalistici, pur nella cura estrema dedicata alla scelta delle pose, dei soggetti e del loro rapporto con lo spazio.
Perché l’attenzione si concentra qui sulla superficie, un corpo inteso soprattutto come superficie, campo di espressione plastica. “

Martina Corgnati